L’Oasi è caratterizzata dai resti di un’antica torre cinquecentesca , edificata su una precedente costruzione medioevale per volere del Cardinale Flavio Orsini allo scopo di avvistare le incursioni dei pirati saraceni. Nei pressi della torre sono visibili, con la bassa marea, i resti di muri romani, molto probabilmente, appartenuti ad una villa oramai sommersa dall’acqua. La Torre venne bombardata durante la seconda guerra mondiale ed in seguito alla continua erosione, appare oggi come un suggestivo rudere che emerge dall’acqua a circa ottanta metri dalla costa.
La palude, invece, è riconosciuta come monumento naturale regionale e dichiarata zona speciale protetta. Il territorio si presenta come un susseguirsi di piccole depressioni che stagionalmente si riempiono d’acqua, grazie all’affioramento della falda costiera sottostante, all’apporto delle acque dolci dell’entroterra e delle piogge invernali. Il variare della salinità dell’acqua ha generato una vegetazione tipica delle zone salmastre, come la salicornia, simbolo dell’oasi, l’orzo marittimo ed il limonio.
L’area più interna, paludosa per buona parte dell’anno, con acqua meno salmastra, è coperta dalla cannuccia di palude, dal giglio d’acqua e da varie specie di tifa. La fauna, invece, trova la sua massima espressione negli uccelli, che qui trovano l’ambiente ideale sia per lo svernamento che per la sosta durante le migrazioni.
Monumento Nazionale Palude di Torre Flavia